...la sua storia
La sua denominazione, suggerisce la provenienza storica che la tradizione orale attribuisce
ai paesi di Codogno e San Colombano al Lambro, situati nel milanese.
La prima traccia scritta, si riscontra in un documento del 1475 che descrivendo le nozze
celebrate tra Camilla D'Aragona e Costanzo Sforza, nipote di Ferdinando, narra di
"salami de più ragione in piattelli del paese". In effetti, fino al '700, questo prodotto era
più comunemente definito "Salziozone" e nel territorio lombardo era ancora più diffuso
il termine "Cervellato".
Quasi a voler conferire un degno epilogo alla sua storia romanzata dalla tradizione
popolare e tracciata dai documenti storici, la definitiva denominazione e diffusione fu
merito di uno zingaro boemo, il noto Francesco Peck, il quale aprì nel 1883, una prestigiosa
salumeria nel centro del capoluogo lombardo e avvalendosi della maestria di artigiani
locali, contribuì alla consacrazione del Salame Milano.
... segni particolari
Noto anche come Crespone per il tipo di budello naturale utilizzato in origine per l'insaccatura,
si fa apprezzare per il suo sapore dolce e delicato. La fetta si presenta di colore
rosso acceso e la sua tipica pasta a grano di riso, è conferita dall'accurata macinatura e
dalla distribuzione omogenea delle parti magre e di quelle grasse. Può essere anche leggermente
affumicato, il che lo rende ancora più simile al Salame ungherese.
... come nasce, ti invitiamo dietro le quinte
L'evoluzione delle tecniche e dei macchinari necessari alla sua produzione, ha consentito
l'abbandono dell' uso di carne bovina e il ricorso allo storico "Finimondo", tagliacarne costituito
da due serie di coltelli rotanti.
La carne nazionale esclusivamente suina, si ricava per il 60% dalla spalla e per il
restante 40% dalla pancetta. Il processo produttivo si distingue da quello del Salame toscano
e della Finocchiona, per un'ulteriore macinatura precedente all'insaccatura e per le
spezie utilizzate.