...la sua storia
Sin dalle prime tracce della sua storia, risalenti all'epoca imperiale romana, la pancetta
ha rappresentato una delle principali riserve energetiche per affrontare le più faticose e
impegnative attività dell'uomo.
Si narra che i legionari ricevessero ogni tre giorni una razione di pancetta o di lardo.
Nel periodo longobardo, veniva fornita ai muratori una dose di 5 kg all'inizio del lavoro
stagionale. La connotazione tipica del "Rigatino toscano" risale addirittura alla civiltà
Etrusca.
Il riconoscimento di queste preziose proprietà, ha accompagnato la pancetta fino al ventesimo
secolo attraverso la cultura popolare ed i costumi nutrizionali, caposaldo di
quella saggezza contadina, capace di affiancare le conoscenze scientifiche nell'educazione
alimentare e nella costruzione e salvaguardia dei principi alla base di uno stile di
vita sano e naturale.
Il raggiungimento di quel benessere purtroppo sempre più virtuale, conquistato ma non
sempre correttamente consolidato, ha consentito l'innalzamento della qualità e dell'aspettativa
di vita, ma non dobbiamo smarrire le radici delle nostre tradizioni culinarie
che trovano nella pancetta, non solo le caratteristiche energetiche sicuramente non più
così indispensabili, ma soprattutto la sua ricchezza di sapori unici e capaci di esaltare
innumerevoli ricette appartenenti al nostro incomparabile patrimonio culinario.
... segni particolari
La pancetta si fa apprezzare quale fonte di sapori ricchi e inconfondibili che la rendono
fondamentale per la realizzazione di piatti tipici della cucina italiana.
Il suo ruolo principe, trova conferma nella presenza in ricette appartenenti alla tradizione
di altri paesi e oramai adottate dalle abitudini gastronomiche globali.
... come nasce, ti invitiamo dietro le quinte
Per la realizzazione della pancetta, viene utilizzata la parte anatomica detta comunemente
"Pancia". La nostra produzione si avvale esclusivamente del "Suino pesante nazionale",
macellato al raggiungimento della sua maturità sessuale conseguita al nono mese
di vita.
LA PANCETTA STESA
Per la produzione della pancetta stesa, si utilizza la parte più magra della pancia del
maiale, ottenuta attraverso un'accurata rifilatura del taglio anatomico. Successivamente
si procede alla pezzatura desiderata per poi avviare la fase di salatura consentita dalla
miscela sapientemente dosata con sale, spezie e aromi naturali.
La scelta ed il dosaggio di tali ingredienti unita all'efficacia della zangola, macchinario
utilizzato per questo passaggio del processo produttivo, rappresentano elementi distintivi
della qualità e genuinità del prodotto. Pochi ingredienti naturali e tanto rispetto della
tradizionale arte norcina. Completata la fase di salatura, si provvede alla stufatura ed al
primo asciugamento all'interno di apposite celle dove la carne viene scaldata ad una
temperatura stabilita per consentire la perdita di una parte dei liquidi ed attivarne la
fermentazione.
A questo punto il prodotto è pronto per la stagionatura in ambienti con temperatura e
grado di umidità di cui viene monitorata e garantita la costanza. La durata di questa fase
è subordinata all'ottenimento di un prodotto ben stagionato che può essere finalmente
confezionato e/o porzionato, etichettato e imballato per la sua commercializzazione nelle
versioni per la vendita assistita oppure a libero servizio.
LA PANCETTA ARROTOLATA
Come suggerito dalla definizione, questa referenza si distingue da quella stesa per l'arrotolamento
che subisce dopo la salatura.
Lo scotennamento precedente all'arrotolamento e la successiva insaccatura in budello
sintetico non edibile, caratterizzano l'ulteriore distinzione tra la pancetta con o senza
cotenna.
Tramite un'ancora più attenta rifilatura e sgrassatura ed un successivo arrotolamento di
due pancette senza cotenna, secondo una tecnica particolarmente accurata, si ottiene la
cosiddetta Pancetta arrotolata doppia, caratterizzata dalla dimensione generosa della
fetta capace di esaltarne le parti magre.